Debutta sul mercato italiano Dino, agri-robot porta-attrezzi prodotto dall’azienda francese Naio Technologies. Drone ufficialmente presentato durante un evento in campo organizzato nel bolognese da Consorzi Agrari d’Italia lo scorso 22 settembre.
Parlare di innovazione è facile, farla in concreto un po’ meno e difficilissimo farla recepire al mercato. A conferma, l’entità della diffusione avanzata in campo agricolo delle più recenti tecnologie digitali confrontata con quella dei droni, volanti e non. In entrambi i casi tanto entusiasmo ma poche disponibilità a investire. Fino a quando il Governo non ha legato la concessione di importanti agevolazioni economiche proprio alla presenza delle tecnologie digitali. A quel punto sono diventate un contenuto irrinunciabile indipendentemente da ogni precisa volontà di utilizzo. Vero è, però, che nel momento in cui una nuova tecnologia si concretizza alla fine si finisce con lo sfruttarla. Quindi bene a fatto il Governo a legare la concessione dei finanziamenti a una crescita tecnologica dei parchi macchina. Dino: agri-robot porta-attrezzi
Verso la robotizzazione delle attività in campo
Diverso il discorso per i robot e i droni, avulsi da aiuti economici diretti e immediati. Sono visti dal comparto quali interessanti proposte, ma non risulta che le aziende facciano la fila per acquisirli. Se ne parla quindi molto quindi, ma se ne vendono pochi pezzi, rischio che però è probabile non correrà Dino, un porta attrezzi autonomo realizzato dall’azienda francese Naio Technologies e ora disponibile anche sul mercato italiano grazie all’azione congiunta delle aziende Agrico e Italian Tractor.
La prima, ubicata a Milano, opera in ambito agricolo dal 1977 quale distributore specializzato di agrofarmaci recentemente apertosi alla agro-robotica. Italian Tractor è invece una azienda partecipata di Consorzi Agrari d’Italia. Creata allo scopo di fornire alle organizzazioni agricole servizi e soluzioni tecnologicamente avanzate oltre che garantite in termini funzionali. Coerente con tali obiettivi la distribuzione e l’assistenza di Dino, macchina poco nota in Italia, ma già rivelatasi all’estero una affidabile soluzione atta a fondere fra loro le più recenti esigenze di tutela ambientale che pervadono il settore con l’abbattimento dei costi di produzione. Dino: agri-robot porta-attrezzi
Abbatte i costi di manodopera
Le peculiarità principali di Dino sono in effetti insite nella sua forma di propulsione totalmente elettrica. Quindi avulsa da emissioni locali e nella capacità di operare a ciclo continuo, con fermi macchina limitati alla ricarica degli accumulatori quando esauriti. Di fatto un robot che pur non operando ad alta velocità, si muove a quattro chilometri/ora, è in grado di lavorare 24 ore su 24 coprendo con una sola ricarica e con costi di manodopera azzerati superfici di quattro ettari. Il peso ridotto, 12 quintali, non dà inoltre luogo a dannosi e onerosi compattamenti del terreno. A fronte di una precisione di lavoro che supera quelle realizzabili dai migliori operatori risultando inferiore ai cinque centimetri. A tale prestazione concorrono sia i sensori di bordo, ottici e di prossimità, sia il sistema gps-rtk. Fornito di serie col robot unitamente al carica batterie.
A favore della macchina anche la possibilità di personalizzarla nelle dimensioni e nelle strutture. A seconda delle attività che dovrà affrontare. Fermo restando la sua impostazione di base quale piattaforma semovente sospesa su carrelli operanti in maniera autonoma sia a livello di propulsione sia di direzionalità. Ogni ruota gode quindi di un proprio sistema di propulsione per permettere a Dino di avanzare anche sui terreni più difficili. Orientando anche la propulsione nella direzione più consona per favorire le manovre di fine campo. Dino: agri-robot porta-attrezzi
Non mancano ovviamente la possibilità di controllare e gestire Dino da remoto. Né quella di far operare la macchina in sciami attuando operazioni unificate o diverse a seconda dei casi. Progettato per effettuare diserbi meccanici con le più diverse attrezzature e oggi offerto proprio in funzione di tale attività, Dino può in effetti essere utilizzato anche per effettuare concimazioni, semine o manutenzioni in ambienti chiusi se opportunamente programmato ed accessoriato.
La prima nel bolognese
Il 22 Settembre scorso Dino è stato ufficialmente presentato in pubblico in occasione di un evento organizzato nelle campagne di Castenaso, vicino a Bologna, da Agrico. In collaborazione con Consorzi Agrari d’Italia e il Centro ricerche produzioni vegetali. Equipaggiato con un sistema di diserbo a rotori, ha operato su lattuga effettuando passate e ritorni senza la minima incertezza.
Ha quindi confermato la validità di quelle visioni che vogliono l’agricoltura del prossimo futuro gestita tramite macchine operanti sulla base di concetti produttivi industriali. Giovandosi di dati e analisi concrete piuttosto che sulla esperienza e sull’intuito dell’agricoltore. Un’evoluzione sicuramente da gestire in termini di adeguamento alla luce delle tante piccole aziende agricole familiari operanti in Italia. Ma indispensabile per poter dar luogo a quelle forme di produzioni intensive essenziali per far fronte alle future e sempre più importanti richieste di cibo che la crescita demografica mondiale andrà a indurre.
Verso nuove forme di produzione
Secondo Ivan Cremonini, direttore commerciale di Consorzi Agrari d’Italia, “i robot che in futuro si introdurranno nell’agricolo rivoluzioneranno sia le modalità di produzione sia la figura stessa dell’agricoltore, assimilandola sempre più a quella di un tecnico piuttosto che di un operatore diretto. Una crescita professionale e di immagine quindi, che contribuirà anche a creare posti di lavoro per quei giovani che sapranno far proprie le nuove tecnologie.
Ciò non significa che per poter utilizzare Dino sia però necessario essere dei tecnici informatici o degli ingegneri. La programmazione è in effetti stata studiata in modo da rendere il più semplice e intuitivo possibile l’approccio alla macchina, né chi deciderà di farla propria sarà abbandonato a se stesso. L’intenzione di Cai è in effetti quella di contribuire alla diffusione di una meccanizzazione agricola autonoma supportando da vicino sia i distributori locali sia gli operatori finali e proprio in tale ottica è stata creata la partecipata Italian Tractor”.
Innovazione nella tradizione
“Le attuali attività avanzate da Consorzi Agrari d’Italia tese ad alzare il livello tecnologico della meccanizzazione agricola italiana vedono le loro origini risalire al 1840”. Lo afferma Serena Selvetti, responsabile Cai dello sviluppo e della promozione dell’agricoltura di precisione. “Ai tempi il Governo decise di operare in tal senso creando le cosiddette ‘Cattedre ambulanti’, stage formativi organizzati in campo per far toccare con mano agli agricoltori nuove macchine e nuove metodologie di lavoro. Il nostro recente evento bolognese ben riprende tale prassi, tant’è che la presentazione non è stata limitata alla stampa o a pochi tecnici, ma è stata aperta a un più ampio ed eterogeneo pubblico che ha superato il centinaio di unità.
Di fatto un successo che premia gli sforzi Cai tesi a proporsi quale organismo facilitatore dell’innovazione, posizione peraltro perseguita cercando di lavorare in sinergia con i Consorzi Agrari e con le aziende agricole finali. L’obiettivo di fondo è quello di offrire una integrazione fra servizi, consulenze e risorse tesa a rendere l’Agricoltura di precisione, o ‘4.0’, una realtà concreta e diffusa in tutti gli ambiti agricoli spaziando dal campo aperto alle colture specializzate passando per l’orticoltura, le coltivazioni in serra e la vivaistica senza dimenticare la zootecnia e la silvicoltura”.
Dino: agri-robot porta-attrezzi